sabato 15 febbraio 2014

Miriagrammi 4

1
L.F.  disordine e calunnie
senili crudel fandoni.

Lei, di un francese lindo
fece disordine, in nulla
credendo. Infine illusa
indecisione: far dell’un
due. L’infernal io scinde:
“Lucifero… l’Eden…: Si danni!
…Drenf!…E in culo il Dasein!”
(e nel dicendol s’infuria).

2
Né indi credo in fasulle
cifre, nella disunion de’
nuclei in solide frane d’
anelli in ridde confuse,
né in scaleno defluir di
linee… sconfinar de’ ludi…

3
D’infere lune, lisciando
’n sulle conifere d’India,
la luce si fende… non ridi:
cardini sfondi e le lune,
lisce, fluende, riannodi:
nel danno, cesure di fili…

4
Ed in crude, foll’insanie
d’infocande, illuni sere
rise d’infeconda, illune,
di infecond’illune sera.
Inde l’arse: fu l’incendio

5
Fellone, usi d’incendiar
le fronde; là usi incendi,
incendi sulle fronde… ai!
l’elfo su danni di ceneri,
Io d’incendi sulle frane!

6
Ed annunci serî di folle:
“In fede, indarno c’illuse,
lì, idol in carne defunse:
in luna si crede delfino,
si fonde di ceneri. Nulla!
né lucide ninfe dorsali
né laceri sfondi di lune”.

7
Infin crudele è ‘l naso di
Cirano: finse lune del dì
Cirano, finse: l’Eden l’udì:
“E infin duellerò!” – scandì.

8
Cirano, fin lì, nel Sud dee
difender le luci saline, no,
cesellare in nudi fondi
(fondi d’insule), elencar
l’indice, snodar le funi e
non scalfir l’idee d’uni…
dee sconfinar in duelli,
usa difendere in colline
e fender saldi uncini… olé!

Nell’Indie, rude, si confà,
Cirano, difende in sulle
dune e sa –’l dico – finir nel
dilucol, e snidare le ninfe
e scandir fluendi leoni
in snodar le felci in due.
Sfodera le incudini nel
dedalo, rifinisce l’Unne
e nasconde i ludri in file.

9
Infine del rude Sancio ’l
dolers’ infine Dulcinea:
“Ai! non difenderci sulle
infide luride scale: non
dirci fandonie: su, nelle
fluide scene, ardon Nili
(non facile dirne) delusi;
finiscon le luride Ande
- dillo – insicure, nefande,
nefande sui lor declini”.


10
So: nell’inceder di fauni
sardonici, lune delfine,
dune, caroselli di ninfe
scarni, e ludi elfi.
       Donne!
So farne, delle incudini
false, rilucendo, ed inni
di fanciulli, sode renne
sole, nani, nuclei freddi,
sardine, dilucol, ninfee,
felini e l’anice, Nord, Sud,
Duns e l’iride nel fianco…
So l’inceder finale Indù.

11
… e fui ‘l ninnare del disco:
Din Din. O! ceneri fasulle!

12
Indi fruscio e, nell’Ande,
nonne su felci diedrali
cullansi fin e ridendo
cifran i suoni dell’Eden.

13
Considera lune, delfini,
incendi fasulli e ronde
sul Don: re in fila, decine…

Dice di funeral solenni,
ansie d’un clero in file d’
anni, edredoni, fuscelli…

Lo sa, di cenerin fluendi,
sa un collider di ninfe
d’erinni lacunose, d’elfi…

14
Le facili donne diurne – s’
illude – né confidarsi, né
difendersi…’n cielo luna,
sull’edifici rane… Donne!
Donne d’unici sfraceli!

15
Rendi l’infusion calde,
fendi rondella e unisci
infusi, ronde cialde ’n
scodelle, indi farine: “Un
due – dici – fanno snellire”.
 “C’è due flan di riso, Lenin?”
“No! cena di friselle indù!”

16
Fanno snellir due… dieci
donne fasulle: incider i
fondelli, ed incunear. Sì,
fenden i sen, i culi: “Lardo!”
folli, indican un sedere,
culi finlandesi e ronde
fanciulle. Deridon seni
di donne, fanciulle. Seri,
nulla cedon. Fini sederi
lucon in file. "Desideran
sedan crudi o infin elle
cenan fusilli e deridon
(codarde) l’esil fini Unne?"

17
Ride: “Non an – dice – fusile,
i Siculi ‘nfedel, né nardo,
incudin e fardello – sì – né
fid’elenco d’insularî, né –
si fidi – le urne del Conan!”

18
Linde suocere fan lindi
suoceri e fan Dlin e Dlin
e lindi suoceri fan Dlen.
Linde linde suore ci fan
Din Don: culle e Serafini.

19
Rondinella, Eden fuisci,
d’in sulle conifere andi,
e lì, rondine lind’ e fusca,
lì rendi solenne fiducia.

20
In nasconder due fili le
fan disordini: luce, ENEL,
disfan linee, l’unicorde
linea discorde, fin lune:
discende un linear filo
e face delli suoni: Drinn!