venerdì 6 ottobre 2017

Tarocchi Truccati 0 (Preambolo)

Il preambolo
C’è una storia costante, di uccelli canori strozzati per farli tacere. Non si può decifrare al momento, solo si capisce che dice qualcosa di importante, dal momento che qualcuno ha ipotizzato che la spiegazione della storia sarà la spiegazione del resto tutto.
È una storia terrificante, si poteva forse azzardare un inizio meno cruento, ma così è. Forse tutto ciò ha a che fare con Ignazio, anche se Ignazio invero era uno solo, anzi una sola, e non cantava. Più che altro si guardava i piedi, o zampe. Stava a guardarsi i piedi, o zampe, e basta. Poi è successo tutto e ora sono qui ad elencare dei sintomi che non so nemmeno sentire. Figuriamoci dirli, figuriamoci scriverli.
Mi domando talvolta perché il narratore si sta prendendo gioco di noi. Poteva farmi davvero rotolare dabbasso quella volta sul monte gelato. Perché non lo ha fatto? Per vedere cosa succedeva? Cosa succede? Ho l’impressione di essere un esperimento idiota di un dio burlone. Che il senso non ci sia, semplicemente. E gli uccelli canori strozzati siano una storia insulsa, come il resto.
Ho collezionato tutto quello che pareva dirmi qualcosa; sto a guardare l’acqua quando è ferma e ho cominciato a temerne la profondità, massime quella marina. Nuoto con le palme delle mani sulla sabbia. Mi mettevo nell’acqua quando fuori era troppo brutto, ma ora ho paura dell’acqua, più che del fuori dell’acqua. Allora ho cominciato a vivere nelle parole, e quando sono troppo brutte le cambio. Nel mio mondo può accadere qualsiasi cosa. Il narratore ha delle idee buone, all’inizio le gestiva anche, poi basta. Ma non ha il coraggio di ammetterlo.
Ha fatto morire il personaggio principale, una mattina di agosto in un magazzino insignificante di una periferia insignificante di un’insignificante cittadina di pianura quasi piatta. Così non gli ho potuto raccontare del dito, né del resto.
Questo è solo il preambolo.