venerdì 30 settembre 2016


17 commenti:

  1. Presentazione innegabilmente piacevole nonostante l'alquanto inverosimile asserzione "Non ho fantasia". (In realtà i racconti che ho apprezzato di più sono i Bassi ma non ho osato chiederne la lettura o fare domande)

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  2. Noooooo! Ma perché non si è manifestato? Lei è un lettore storico (se è l'anonimo che penso io, ma qui sono tutti "anonimo", non si capisce bene), almeno avrei potuto ringraziarla.
    Però, chiunque anonimo lei sia, può farmele ora le domande, tutte quelle che crede: è bellissimo rispondere a domande sui proprii scritti, ché uno si avvede di aspetti, degli scritti e forse dunque di sé, di cui non aveva contezza.
    E in ogni caso grazie!

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    1. Confermo l'identità di tenacemente anonimo lettore. Perché? Troppo ossimorico: "l'epifania del celato" suona male. Naturalmente scherzo. In realtà mi sentivo fuori luogo (meno che in un gruppo di lettori di racconti illeggibili,
      beninteso, ma decisamente più che ai giardinetti!) e quindi non ho parlato...però le ho chiesto di firmare il libro.
      Grazie a lei, per gli Incroci in anteprima, per Forme di fondo e per tutti gli altri racconti!

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    2. Va bene. Approvo totalmente (tutto a parte il sentirsi fuori luogo). Ma una domanda: l'ho solo firmato (e datato) o ho scritto qualcosa (non una frase, dico, una parola singola)?

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    3. Nooooooo. Ma è meraviglioso. Meravigliosissimo. Se non è che sto ricostruendo al contrario tutti gli indizi, cosa peraltro possibile, questo è un regalo bellissimo. E ho pure scritto la parola giusta, dunque...

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    4. Ehm, perché meraviglioso? Comunque "fuori luogo" mi sembra un buon indizio

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    5. Perché - sempre che non mi stia sbagliando clamorosamente, e abbia in mente un'altra persona (anche se non rammento di avere firmato altre copie a persone non note) - non è il lettore che mi aspettavo. E sapere di avere un lettore della sua tipologia "fuori luogo" (ma perché poi "fuori luogo"?) mi rallegra. Mi rallegra molto.

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    6. Non si sta sbagliando

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    7. Che bello. Grazie allora doppiamente. Anzi triplamente.

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  3. Tema che sarebbe stato interessante approfondire, quello della sua scoperta della capacità d’indagine della letteratura dopo essersi dedicata a lungo alla scienza. L’altra sera le citavo -Atlante occidentale- di Daniele Del Giudice, un romanzo figlio di -Palomar- di Calvino, che vent’anni fa s’interrogava sulla stessa questione, ma in realtà credo si tratti di una domanda che oggi è molto più attuale di ieri, e molto più urgente di ieri, visto lo strapotere della tecnica (scienza e tecnica non sono la stessa cosa, lo so, ma oggi sembra sia così, sembra si tratti di un sapere velocissimo a cui nessuno si può opporre, che nessuno può mettere in discussione ma che ciascuno è costretto ad accettare, a meno di non voler uscire dalla comunità) e il dominio che esercita. Magari si scopre un gioco di prestigio analogo al turco di Wolfgang von Kempelen.

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  4. Carissimo Luca,
    ho appena ordinato Atlante Occidentale: lo leggo e le prometto una risposta un poco articolata. So di non essere stata chiara l'altra sera, quindi forse nel mentre aggiungo due parole: il punto è che io non rinnego la mia parte chiamiamola scientifica. Anzi. È stata determinante per me e per tutto ciò che ho fatto, in bene e in male, dopo. Inoltre credo fermamente che l'indagine scientifica, rigorosa, sia l'unica forma possibile di indagine di certo mondo esterno (non ho alcuna simpatia per le pratiche astrologiche, intese in senso ampio) e sia indispensabile per fondare una base oggettiva a cui ancorare certi aspetti imprescindibili della vita umana. Tipo quelli pratici, che ci sono, e che il solo modo di gestire è quello oggettivo e rigoroso della scienza. Qui non parlerei di strapotere, ma di buon senso: lei farebbe costruire un ponte ad un letterato? O inviterebbe il poeta a discutere dei calcoli strutturali? Per fortuna della matematica non si discute. E non giuoca di prestigio. Ciò detto, esiste anche altro. E questo altro però sta da un'altra parte. E da un'altra arte deve stare. Massimamente non credo nella commistione dei due generi. Quando faccio il matematico, o il fisico, faccio il matematico, o il fisico. E lì non c'è spazio per la divagazione. Se voglio fare altro, quando voglio fare altro, divago e faccio altro, ma altrove. Tenga anche conto che una parte dello strapotere è dovuta al fatto che i settori non scientifici, giustamente e doverosamente non scientifici, hanno cominciato a scimmiottare la scienza, pensi alla filosofia postmoderna, tanto per fare un nome, come se aggiungere delle x e delle y fosse necessario per dare dignità a qualcosa. Vabbè, ora smetto. Le prometto, dicevo, una risposta accurata dopo la lettura. Intanto ancora grazie.

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  5. Ho l’impressione che si tratti di sguardi diversi, Monica, quello rivolto all’interno di sé e quello all’esterno di sé, e dunque di strumenti diversi che non possono essere confusi tra loro, a meno di non dare luogo a quelle astrologie da cui lei si tiene distante e da cui anch’io mi tengo distante. La letteratura mi sembra una luce abbastanza potente per esplorare l’uomo, quanto lo è la scienza per esplorare la natura, ma ho l’impressione che entrambe arrivino fino ad un certo punto e poi si debbano arrendere all’incomprensibile, al contraddittorio, all’illogico. La scienza con qualche imbarazzo in più, la letteratura con qualche imbarazzo in meno. Riguardo il dominio della tecnica non mi riferivo tanto all’ingegneria civile quanto all’ingegneria genetica, alle neuroscienze, al postumanesimo e a tutti quegli orizzonti che si aprono davanti a noi e sui credo sia bene interrogarsi, ammesso che sia possibile essere consapevoli di quanto accade e che sia possibile incidere su quanto accade.
    Trovo che comunque sia un discorso molto interessante. Grazie mille a lei.

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  6. Ecco. Allora non ho nulla da eccepire. Anzi, sono completamente d'accordo. E comunque ora appena lo avrò leggo l'Atlante, e se ne ha ancora voglia proseguiamo il discorso.

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  7. Se le va si potrebbe proseguire il discorso anche prima che lei abbia finito il libro di Del Giudice, che peraltro potrebbe trovare abbastanza ingenuo, che dice?
    :-)

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  8. In questi giorni a Udine c'è il Mimesis Festival, incontri interessanti anche sui temi di cui stiamo così piacevolmente discutendo, ma forse lei non vive da queste parti. Peccato, uno spritz avrebbe reso il discorso più eccentrico, più ondivago, più semplice.

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  9. Rispondo prima all'ultima, che è facile. No, non vivo da quelle parti. Ho provato e provo con tutte le lampade (poche), le bottiglie di foggia moresca (ancora meno), le conchiglie (di più) che trovo in queste lande che abito ora, sperando che strofinandole esca il genio e mi domandi cosa voglio, e io voglio tornare a vivere da quelle parti. Ma finora nulla.

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