venerdì 7 gennaio 2022

Tarocchi Truccati 15 (Il Quattordici)

 15. Il Quattordici

Asterione dice quattordici, e intende infinito.
    Perché quattordici e non quattrocentomilioni di miliardi? o quattordicimilamilioni di miliardi? Perché fa lo stesso: il rapporto è il medesimo, dacché infinito sta a quattordici come sta a quattordicimilamilioni di miliardi. Cioè non sta: il rapporto non sussiste, direbbe Lacan. Ovvero non valgono le relazioni consuete tra tutto e parti, direbbe più buonamente il Leibnizio. E il Leibnizio noi lo amiamo, perché era pazzo come un cavallo, ma la matematica la sapeva, e la sapeva fare. Lacan anche faceva cose che a volte parevano matematica, ma di lontano, ad un cavallo.
    Perché quattordici e non dodici? Perché dodici è roba da filosofi analitici, e ci piace pensare che Borges li detesti, i filosofi analitici. Non tanto come ci piace pensare che detesti Lacan, giusto un pelino meno.
    E comunque quattordici è infinito, e non per metonimia e nemmeno per sineddoche – che poi la differenza non ci ha mai troppo convinti, e ci piace pensare che non abbia mai troppo convinto nemmeno Borges – ma per davvero; e non per Asterione soltanto ma per Borges istesso medesimo.
    Borges descrive James che descrive il paradosso di Zenone: James, dice Borges, nega che possano passare 14 minuti, perché necessariamente prima ne devono essere passati 7, e prima di 7 ne devono essere passati 3 e mezzo, e prima di 3 e mezzo ne devono essere passati 1 e tre quarti, e così fino alla fine, fino all’invisibile fine, per i labirinti del tempo. Come c’era da aspettarsi, James non usa alcun esempio numerico. Ed è in ogni caso probabile che, come qualunque persona di senno, dovendo proprio fare un esempio coi numeri, avrebbe scelto di partire da una potenza di due, se non altro per non arrivare, già al secondo passo, ad un numero dispari, che per definizione male si divide per due.
    E poi quattordici è infinito, ma non necessariamente soltanto in senso proprio, bensì anche per via di esagerazione: se infinito può stare a significare tanto tantissimo, anche quattordici può farlo, e altrettanto bene. In quattordici anni, per esempio, può accadere qualsiasi cosa: quattordici anni di solitudine, quattordici anni di lavori forzati, quattordici anni di emisfero australe posson cambiare un uomo, figuriamoci quattordici secoli. Ma già solo quattordici notti sono un’enormità, senza purificarsi nello sterco di bufalo. E bastano per assemblare la parte del cuore del Fuoco, o per morire, nella luna di Barmajat. Ma Rafael giura di saper parlare alle stelle in quattordici lingue, classiche e moderne, e basterebbe dire quattordici parole casuali, che paiono casuali, per uscire dal carcere di pietra, per ricostruire la piramide, per essere onnipotente, per essere immortale. Ma lui non pronunciò la formula.
    Borges murió un 14 de junio de 1986.

Nessun commento:

Posta un commento